Premetto che da piccolo avevo già visto degli ipnotizzatori in azione ai quali
facevo “brutti tiri” a loro dire, tant’è che a tredici anni, mentre i miei compagni di
scuola giocavano a pallone, leggevo due libri, Spiritismo e Ipnotismo,
di George Estabrooks, coordinatore della NASA per i voli spaziali degli astronauti
( forse non tutti sanno che tutti gli astronauti fra le varie selezioni a cui sono
sottoposti c’è il requisito della “ipnotizzabilità”, senza la quale non si può essere
astronauti ).
Ero infervorato con l’Accademia Tiberina con ψcanalisi, sensitivi, radioestesisti,
medianità, trance e cose simili, siamo negli anni 67-72, quando mi riferirono di
un “ipnotizzatore” che faceva uno spettacolo ( conservo ancora una locandina !).
Il Grande “ Cavaliere Gianni Salamini”.
Ci siamo precipitati a vedere lo spettacolo in un gruppo di più otto persone.
Lo spettacolo era organizzato per gradi: primo contatto con il pubblico con
trucchetti vari per suscitare l’ilarità ed allentare la tensione del pubblico;
poi esperimenti di telepatia molto efficaci e capaci di interessare
( per esempio riuscire a sapere di chiunque presente in sala quanti soldi avesse
in tasca, con la massima precisione) ;
poi l’esperimento di ipnosi collettiva, fatto soprattutto per fare una prima
selezione dei soggetti “ipnotizzabili”.
Poi, mandata in trance ipnotica profonda la partner ( o pupilla coma dice il Conte
Cagliostro ), lettura del pensiero e finale con spettacolare salto da due metri di
altezza, con gli occhi bendati, sul pavimento cosparso di vetri di bottiglia appena
rotti a con uno spazio strettissimo lasciato libero, appena sufficiente a contenere
i due piedi piccolissimi della partner in trace molto profonda.
Dopo un attimo di comprensibile suspense il tuffo: immancabilmente perfetto.
Ne dava la prova mostrando i piedi perfettamente intatti in anni di spettacoli,
anche due al giorno.
Al gran finale invitava sul palco chi voleva proporsi per “farsi ipnotizzare”, ed ero
fra i volontari, ma fatto imprevisto, una volta sul palco, in fila con gli altri,
Il Grande “ Cavaliere Gianni Salamini”,
si avvicina e mi dice all’orecchio: per favore scenda dal palco,
se no non posso ipnotizzare nessuno.
Molto sorpreso mi ritiro in platea, aspettando dei chiarimenti.
Finito lo spettacolo, il Salamini manda a dire di seguirlo al ristorante per cenare
assieme.
Durante la cena mi spiega che durante questi fenomeni, al limite del normale e
spesso debordanti nel Paranormale, vigono certe leggi molto particolari.
Nella fattispecie se ci sono più soggetti “Sensitivi”, o meglio “Paranormali”
( e l’Ipnosi spesso sconfina nel Paranormale, soprattutto quando vengono attivate
certe categorie, come ad esempio le aure dei soggetti o il loro subconscio
profondo o il loro Spazio-Tempo ) il meglio “dotato” “gira la ruota” ( parole sue).
( Ecco come fa James Randi a neutralizzare ( a loro insaputa ) la “sensitività” dei
soggetti che in buona fede si prestano ai suoi “GIOCHETTI” e falliscono
miseramente- anche lui è un "sensitivo" molto "dotato"- ).
Mi dice qualcosa del suo lavoro di collaborazione con diversi medici per l’Ipnosi in
anestesia per i casi con problemi all’anestesia con farmaci e con poche parole mi
fa capire che anche io sono un potenziale Ipnotizzatore.
Lo ho “monitorato” nel corso di diversi anni, e siamo diventati intimi al punto che
prima di iniziare lo spettacolo menzionava la gradita presenza dell’
“acuto esaminatore” e testimone della qualità dei fenomeni prodotti.
Spesso il bello veniva dopo lo spettacolo: durante la cena se stimolato dai
presenti realizzava eventi rilevanti, come traslazioni ( quando un oggetto qui e
ora scompare dal qui ed ora per essere ora altrove ) e altri fenomeni simili che in
seguito avrei meglio potuto osservare ed esaminare e comprendere con il mio
amico Bruno Lava.
Non posso nascondere che ho messo in pratica l’Ipnosi, ma in altri “campi”.
L’esperimento classico in quegli anni era “ IL doppio cieco” : un notaio o un
avvocato sceglieva due collaboratori che appartati scrivevano e mettevano in
una busta, che veniva autografata e sigillata e conservata dal notaio, ciascuno
un numero, uno corrispondeva alla fila (F), l’altro al numero della poltrona (P) del
locale cinematografico designato per l’esercizio.
Naturalmente non ero al corrente dei dati inseriti nelle buste.
Finito l’ultimo spettacolo constatavamo che erano usciti tutti tranne uno
spettatore. Si aprivano le buste per vedere la corrispondenza fra il posto
occupato dal “dormiente” e quelli scelti precedentemente.
Una volta non riuscivo a farlo e, insospettito, ho chiesto di aprire le buste per
verificare.
Siamo entrati nel locale, ma il posto designato era vuoto.
Ma presto i miei interessi si sono rivolti ad altri “campi”, avendo constatato che
l’Ipnosi non guarisce nessuna malattia conclamata e diagnosticata.
Ha altri settori di applicazione.