Discordanze gravi tra le grandi Scuole italiane di ispirazione medianica, oppure errori di interpretazione?
I fondamenti del discorso
Senza volere fare torto a nessuno, bisogna riconoscere che in Italia, negli ultimi cinquant’anni, sono state due le grandi Scuole medianiche, fatto confermato dalla pubblicazione di molti libri, letti e seguiti da migliaia di persone di ogni ceto sociale.
Due Scuole i cui dettami, direttamente derivanti dall’elevato insegnamento di personalità spirituali ispiratrici, hanno finalmente dato un’ampia chiave di lettura degli eventi umani e metafisici, in grado quindi di rispondere alla maggior parte dei quesiti che assillano la mente dell’uomo da millenni.
Una di queste Scuole è quella che fa capo all’”Entità A”, altissima personalità spirituale che comunica da oltre cinquant’anni (una vera eccezione in campo paranormale e medianico avanzato), attraverso la forte medianità di Corrado Piancastelli. (1)
La seconda Scuola, che moltissime persone ugualmente conoscono e apprezzano, è quella che fa capo al “Cerchio Firenze 77”, il cui grande medium, nella persona di Roberto Setti, è purtroppo per noi passato ad altra vita nel 1984, dopo aver dato il suo continuo, indiretto contributo alla Conoscenza , dal 1946 in poi (2).
Le tesi apparentemente divergenti
Per buona parte della loro stesura le due “dottrine” vanno concettualmente in parallelo, pur con inevitabili o utili differenze di linguaggio o di angolazione concettuale. Ma esse si discostano, almeno apparentemente, su di un argomento fondamentale.
Come neo-Presidente Onorario del CIP, credo di poterne parlare, sia in nome dell’Associazione, che in nome del suo Presidente, Corrado Piancastelli.
Non è sicuramente mia intenzione dare luogo a polemiche (ne ho vissute inutilmente fin troppe!), ma desidero anzi e soltanto, per la buona conoscenza e coscienza di tutti, contribuire a fare chiarezza su questo importantissimo punto di pseudo divergenza.
Per la Scuola dell’”Entità A”, uno dei cardini dell’insegnamento (cioè, in definitiva, della Realtà), consiste nel concetto-idea di “programma” che lo Spirito attua prima di incarnarsi per poter portare avanti il suo progetto evolutivo globale. Il che significa che lo Spirito, in quanto tale, dovendo vivere in Terra certe esperienze-base, le deve programmare. Il che non vuol dire, assolutamente, che egli programma tutta la sua vicenda umana, ma soltanto poche, basilari esperienze. Tale “programmazione” avviene logicamente dopo il bilancio che lo Spirito fa di una vita incarnata appena trascorsa e in funzione sia del suo patrimonio di conoscenza totale, sia in funzione del tipo e della qualità delle esperienze che gli occorrono per fare ulteriori passi avanti in rapporto alla progressiva conoscenza dell’”altro da Sé” (cioè della materialità, come Idea universale), fondamentale per il proprio, continuo processo di auto-conoscenza in quanto Spirito, cioè a dire: di continua, progressiva auto-identificazione.
E’ evidente che tale importantissima questione è il fondamento concettuale e ideale di tutta la Realtà metafisica che informa lo Spirito. Ed è altrettanto evidente che essa coinvolge in parte sostanziale l’esistenza del libero arbitrio nello stesso spirito, ma soprattutto nell’essere umano.
Dal canto suo la Scuola fiorentina afferma quanto segue ( e mi riferisco al testo “Le grandi Verità ricercate dall’uomo”, a cura di Pietro Cimatti: capitolo intitolato “La falsa dottrina della reincarnazione ‘programmata’” (pag.184 e seg.)):
“…Avete saputo da certe filosofie, da certi insegnamenti, che l’uomo ha Libero Arbitrio, che la Terra è una landa messa da Dio a disposizione dei suoi figli…….che lo Spirito, prima di incarnarsi, fa un suo ‘programma’ che poi attuerà in Terra – però molto spesso non riesce ad attuarlo completamente – e da qui nascono certi tipi di nevrosi…..”
Salto alcune frasi, non per occultare parti importanti, ma per snellire il discorso, citando solo l’essenziale. Il testo infatti prosegue cosi:
“…Tutto questo non sta in piedi, assolutamente! Mi appello alla vostra intelligenza: non è possibile che Dio – che è Legge, che è perfezione assoluta – possa porre la Terra come una landa da sé staccata, in cui l’uomo può fare più o meno quello che vuole………….Che cosa significa l’espressione ‘lo Spirito fa un programma’? Come si mettono d’accordo tutti i programmi di tutti gli Spiriti? In che modo?…..E poi, dopo, che significato ha questo programma se non si svolge esattamente come era stato previsto………O c’è una perfezione tale per cui la vita di ogni creatura, di ogni uomo, è stabilita – per la sua evoluzione – nelle linee essenziali, che non possono essere assolutamente derogate…….oppure se questo non è, è un caos generale….”
Ho messo il dita sulla “piaga” e questo è quanto!
Ma prima di affrontare più profondamente questo apparente spinoso argomento, desidero qui riportare, col mio eventuale breve commento, alcuni significativi punti contenuti in una recente lettera inviatami dall’Amico Silvio Ravaldini, Direttore di “Luce & Ombra”, giustamente preoccupato dall’apparente divergenza indicata, avendo egli a cuore la pura diffusione di una visione veritiera delle soluzioni dei problemi dell’uomo e di quelli metafisici che lo riguardano da vicino. Stralcio i punti indicati uno ad uno:
A.- Molti anni fa, leggendo le comunicazioni del ‘Cerchio Firenze 77’, mi imbattei in una frase di Kempis (una delle importanti “entità” del Cerchio/nda) che mi colpì profondamente.” Avendo smarrito il foglio su cui aveva appuntato la frase, Ravaldini la indica all’incirca cosi: “Può darsi che in tutto quello che noi vi diciamo rileviate delle contraddizioni, delle incongruenze. Nonostante ciò ricordatevi che si tratta sempre di Verità, di Realtà.”
B.- Qui Ravaldini cita Dali, un’altra personalità spirituale del “Cerchio Firenze 77”: “La nostra interiorità, l’unica che non è mai nata, che mai cambia, mai muore, è la Divinità insita nella radice di ogni cosa……..’Nascita spirituale’ significa manifestazione di questo Spirito nella coscienza dell’individuo.” (3). Mentre un’altra comunicazione, credo di Kempis, dice: ‘ L’essere, come noi intendiamo (chiamatelo spirito, individuo o come volete) trae le sue origini dalla materia, dai regni minerale, vegetale, animale e umano. Cosi è per tutti.’ E commenta Ravaldini: “Ora se Dali afferma che lo Spirito praticamente è sempre esistito, ciò conferma quanto ha detto l’Entità A. Ma c’è di più: Dali aggiunge che ‘lo Spirito è completo’, e questo collima perfettamente con la dottrina dell’Entità A che fa lo Spirito potenzialmente perfetto.
Mentre Kempi dice: “La visione secondo la quale gli Spiriti sarebbero creati, sfornati da Dio perfetti in potenza per poi divenirlo in atto, e con la possibilità di scegliere, è una visione antropomorfica di tutto quel che esiste’. Ma non sembra piuttosto antropomorfica la sua affermazione quando dice che ‘lo spirito trae le sue origini dalla materia, dai regni minerale, vegetale, animale e umano ’ ?
Personalmente penso che Ravaldini abbia ragione, ma la contraddizione di Kempis (apparente, apparente!) non è forse quella che lo stesso Kempis aveva ammessa come possibilità? Ma andiamo avanti…(4)
C.- E’ sempre Ravaldini che scrive: “ Mi ricordo sempre lo stupore, il disappunto quando in una comunicazione, Kempis disse fra l’altro: ‘Quante volte vi devo dire che l’evoluzione non esiste?’ Anche questa affermazione, a mio avviso, deve essere intesa nel suo vero significato…” A che cosa alludeva Ravaldini ? E’ giusto ora dire che tale concetto di non esistenza dell’evoluzione è assolutamente condiviso dall’”Entità A”, perché discende in maniera compiutamente logica e razionale dal suo insegnamento, quando appunto esso afferma che il processo che si svolge nello spirito non è evolutivo (dato che egli è in partenza già perfetto come Conoscenza), ma è di “auto-riconoscimento”.(5)
In chiusura mi permetterò di aggiungere alcune considerazioni personali al tutto.
Chiarimenti della Scuola dell’”Entità A”
A questo punto, per non aggiungere inutilmente concetti miei, pur derivanti dall’insegnamento avuto, cito semplicemente e puntualmente alcune recenti frasi dell’”Entità A” che riguardano direttamente l’apparente divergenza in questione.
Mi rendo conto che tutti questi passaggi possono dare un senso di complicazione all’intero discorso, ma il lettore capirà che un argomento di tale portata non può essere né preso alla leggera, né trattato in maniera “semplice”: è questione, per tutti, di interesse e di attenzione.
“Il vecchio discorso è stato preso troppo alla lettera………nel corso della decisione che lo spirito deve prendere per realizzarla, viene decisa una meta, una strada, ma non ciò che s’incontra lungo la strada, perché questa non può contenere i dettagli, a meno che essi non siano delle esperienze importanti…”
“Esiste sempre la libertà di modellare le esperienze nella vita e secondo le circostanze…” (6)
“Lo Spirito sa bene che ‘entrando’ in un corpo, entra in una trappola, cioè in un luogo fisico che non può più dominare, controllare (7)….C’è un tracciato in cui s’inscrivono le esperienze che lo spirito non ha potuto prevedere, ma che rientrano in quell’orientamento più o meno obbligato, e che talvolta subiscono deviazioni…”
“Stiamo parlando a degli uomini! Se si crede che il mondo dello Spirito possa agire in conformità del mondo umano, si sbaglia moltissimo!……..Lo spirito non può prevedere i dettagli e sbaglia chi crede che le cose possano stare cosi…”
“Se la libertà non dovesse essere anche il contrassegno della vita psichica e sociale, ci guarderemmo bene di spingervi ad acquistare maturità e libertà, sapendo che non potreste comunque raggiungerle..."
Fare particolarmente attenzione alle frasi seguenti dell’”Entità A”.
“ Le esperienze dello Spirito non sono soltanto quelle degli accadimenti: la felicità, il dolore, il piacere, il dispiacere. L’esperienza dello spirito, che noi abbiamo sempre definito di ‘materialità’, è un’esperienza che ha degli aspetti molto sottili………Voi non riuscite ad immaginare quella che potrebbe essere per me, che non ho più i sensi, l’esperienza di capire cosa sia, per esempio, un odore, una compassione, un languore, la speranza, la percezione,…….Quando dico materialità non dico soltanto la cosa materiale che viene toccata dal corpo e che dà piacere o dolore, intendo anche questo ovviamente, ma una cosa materiale è sempre accompagnata da una serie di sensazioni e percezioni, d’intuizioni, di sentimenti, di emozioni, di cui noi, come spiriti, non avendoli più o non avendoli mai avuti, dobbiamo fare esperienza, perché si tratta comunque di proprietà che non appartengono soltanto alla corporeità, ma alla UNIVERSALITA’…..”
Credo che siano sufficienti queste frasi per fare capire il vero concetto di “esperienza programmata” che , appunto, non significa “vita programmata”, ma ben altro. Un qualcosa che è assolutamente “soggettivo” e “individuale” di quel dato spirito, e che quindi, come fatto interiore, non può “disturbare” o “intralciare” nessuno, tanto per intenderci.
Conclusione
Sono personalmente lieto di avere in qualche limitato modo contribuito, come spero, a rendere noti gli elementi interpretativi che possono mettere d’accordo le due Scuole cui ho fatto riferimento, risolvendo in parte questa capitale questione di ordine metafisico, prima che di ordine umano, anche se non posso farmi molte illusioni al riguardo, conoscendo gli esseri umani e le loro debolezze, in qualunque campo essi agiscano.
Quando è stato detto e precisato, al di là di eventuali altri antagonismi dialettici, più verbali che sostanziali, riguarda in pieno lo spirito di ognuno di noi, ma, come tutti possono comprendere, riguarda anche, ed essenzialmente, la vita , il comportamento, il pensiero e la libertà individuale di ognuno di noi, in quanto attualmente esseri umani.
La nostra “libertà” può essere una pura illusione, ma come essere umani, al momento dovremmo essere grati a Dio di avercela data, questa “illusione”, che dovrebbe pure avere un senso e un valore anche spirituale.
Sono a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, naturalmente non provenienti da me, ma dagli insegnamenti ricevuti dal Maestro “A”., ed eventualmente (perché escluderlo?) da quelli di altre elevate personalità spirituali non di questo mondo.
Infine ringrazio l’Amico Silvio Ravaldini per avermi ospitato. (8)
Giorgio di Simone
NOTE
1.- Vedere il mio “Rapporto dalla Dimensione X” (Ed. Mediterranee, Roma, 1973-2000).
2.- Molti libri sono stati pubblicati anche dal “Cerchio Firenze 77”, dalle edizioni Mediterranee di Roma, mentre sussiste a Firenze un Gruppo di Studio.
3.- Per inciso faccio rilevare ai seguaci di entrambe le Scuole, che l’espressione “…la Divinità è insita nella radice di ogni cosa…” è pari pari rapportabile ad una terza, grande Scuola, stavolta francese: quella espressa dalla grande personalità spirituale che si firmava “Symbole”, ben prima dell’avvento delle due Scuole italiane di cui stiamo parlando, cioè negli anni trenta (Cfr. la mia traduzione dell’opera principale di “Symbole”, intitolata in italiano “Uomo,ascolta” (Ed.Mediterranee, Roma, 1998)).
4.- Molti anni fa una “entità” del Gruppo di Napoli, usò l’espressione “le divine contraddizioni”, intendendo dire che ciò che può apparire una contraddizione (nei messaggi medianici elevati) in realtà non è altro che una impossibilità di comprensione dovuta alla nostra limitata logica umana.
5.- Il concetto di inesistenza di una “evoluzione” spirituale trova la sua assoluta validità nel fatto, innanzitutto filosofico, oltre che nella pura realtà dei fatti, che una Individualità in sé infinita come è lo Spirito, non può acquistare niente, al di fuori di sé, ma può soltanto – e non è cosa da poco! –ritrovare via via in se stesso, nella propria perfetta ed infinita interiorità l’intero proprio valore di Conoscenza derivata da Dio.
6.- Il discorso sulla libertà dell’uomo è un discorso difficile, perché non è definibile in maniera precisa. D’altra parte, l’uomo è in sé relativo e finito, e ciò che conta veramente, a livello universale, è la Libertà che lo spirito possiede e che gli dà la possibilità di scegliere i modi e i “tempi” del suo infinito processo di “auto-riconoscimento”. Senza questa libertà, lo spirito non sarebbe niente, ma soltanto una sorta di “robot” guidato alla cieca da un “destino” incomprensibile e inutile!
7.- L’espressione “Lo spirito entra nel corpo…”, è ovviamente puramente discorsiva e semplificante. Lo spirito, come essere concreto ma immateriale, non ha una sua “localizzazione” spaziale, né, quindi, una localizzazione “biologica”!
8.- Io ero amico di Luciana Setti, sorella del medium Roberto Setti, tanto che ella ha fatto parte come Associata, fino alla sua dipartita, del mio Istituto Gnosis. Nel 1991 ella mi inviò un suo scritto sulla medianità del fratello Roberto, scritto che fu pubblicato nel numero di ottobre 1991 della rivista “Quaderni Gnosis” (pag. 45). Il 13 gennaio 1974 avevo avuto da Roberto Setti una lettera con un messaggio personale di “Dali”(pubblicato sul supplemento dei “Quaderni Gnosis” nel giugno 1992), messaggio che diceva testualmente (lo abbrevio) : “…Volentieri, se questo può essere utile, manifesto il mio apprezzamento per l’opera che il figlio Giorgio svolge. Questo, naturalmente, vale per tutti i collaboratori e, se può avere un senso il dirlo, per gli Ispiratori..
Condivido il punto di vista sulle comunicazioni spiritiche. Se gli uomini avessero la certezza ‘scientifica’, la prova provata ed incontrovertibile della sopravvivenza dello spirito oltre la morte del corpo fisico, senza la conoscenza del vero destino dell'emanato, molto probabilmente questa certezza, per non pochi, si tradurrebbe in un danno. Infatti, molti sarebbero quelli che rifiuterebbero certe esperienze della vita solo per il timore di ciò che potrebbe accadere dopo la morte; ed in questo momento particolare dell’evoluzione umana, in cui devono essere abbandonati i tabù, ciò sarebbe oltremodo dannoso……(…)…..State tranquilli: noi siamo con voi e portiamo una parte del peso…. Dali “
Ho ritenuto molto opportuno riportare in questo articolo tale messaggio, per la particolare importanza che assumono le prime frasi, nel quadro di questo mio intervento riequilibrante e di moderatore dialettico. Infatti, da esse appare chiaro che “Dali” condivideva il lavoro che allora stavo svolgendo in pieno, nell’ambito del pensiero dell’”Entità A”, non solo, ma che egli estendeva il suo “apprezzamento” agli Ispiratori, cioè alle personalità spirituali del Gruppo, a cominciare dalla stessa “Entità A”!
Vorrei inoltre precisare che quel 13 gennaio 1975, il messaggi di “Dali” si inserì ad un certo punto autonomamente nel testo della lettera che Roberto Setti mi stava scrivendo, come nei tipici fenomeni “drop-in”…
(gennaio 2003)
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Non deve stupire, né sorprendere l’esistenza di Due correnti complementari e
contemporanee, perché solo così, attraverso l’apparente antitesi o
contraddizione, nasce ed evolve il dialogo.
Il dialogo fra le parti e il dialogo con il tutto e con sé stesso.
Questa è la dimensione che è propria dello Spirito.
Massimo Molinari
Ringraziamenti
Chi non ha avuto l’opportunità di conoscere personalmente queste colonne dello
Spiritismo degli anni presenti e passati può approfittare di queste considerazioni
che sono, in certo senso, una mini Sintesi su ciò su cui si dibatte da circa 50
anni.
Ho avuto il privilegio di conoscere nella loro piena attualità di espressione sia
Roberto del Cerchio 77, con cui ci siamo dilungati a discutere, anche
privatamente, su temi scottanti come le guarigioni e i miracoli;
con Silvio Ravaldini, a casa del quale spesso ci trovavamo invitati anche a
pranzo dalla soave Teresa, oltre che trattate le tematiche comuni;
con Corrado, che cortesemente veniva a trovarci nel cenacolo di Monselice,
e che più di una volta ha dovuto usare l’autorità di Andrea, per acquietare le mie
intemperanze su questi argomenti così “salati”.
Ringrazio anche Giorgio per il fondamentale contributo di Symbole,
che mi ha fornito lo sprone ad indagare là dove gli Uomini si arrendono,
e trovare alfine la Vera Soluzione, che è alla portata dello Spirito che alberga
in ognuno di noi Esseri Umani.
Cordialmente,
Massimo Molinari