La prima volta, nel ’79, che ci portano ( siamo un gruppo di persone) da Sai
Baba, i Seva ci stanno quasi menando, la sera sotto Casa Sua mentre cantiamo
per Lui
la Gayatri.
Siamo salvi, dalle bastonate, grazie al provvidenziale intervento del caro amico
Ezio.
La mattina dopo, uscendo dall’Ashram per fare colazione, fuori dalla porta, quelli
che escono vengono “assaliti” da uno stormo di “mendicanti” di varia natura.
Tutti vengono seguiti e inseguiti dai mendicanti, tutti tranne me.
Si tengono alla larga, evitandomi ed abbassando lo sguardo.
Qualche Indiano, vedendo la scena, mi si avvicina per sapere quale pratica
“ascetica” sto seguendo per avere questi risvolti .
La cosa mi lascia semplicemente “indifferente” !! Non ho nessuna proiezione o
introiezione nei confronti di quei “mendicanti”, non li giudico e non li disprezzo.
Ognuno ha il suo Karma da trascendere attuando il proprio Dharma, tutto qui.
Dopo qualche giorno, mentre sto visitando gli annessi dell’Ashram, scuole,
ospedale, l’albero dei miracoli, lungo una strada si vede arrivare in macchina
Baba e mi inginocchio al bordo della strada. La macchina rallenta, si abbassa il
finestrino e Baba fa un gesto con la mano, lo stesso dei giorni precedenti,
quando mi passa davanti.
Non capisco !
Nei giorni successivi, pur essendo in prima fila, vengo accuratamente saltato,
evitato, quasi congedato con quel gesto, sempre lo stesso.
Non capisco !!
Le prime considerazioni, per me occidentale e italiano, su questo mondo, che è
l’India piena di odori, di colori indescrivibili e molto pregnanti e forti, sono
estremamente entusiastiche, tranne qualche iniziale riserva mentale nei confronti
di Baba.
L’idea, o forse l’idolo, che mi hanno inculcato da bambino di Divinità non “collima”
con ciò che E’ Baba:
una incarnazione (triplice e in rapida successione temporale) del Divino.
L’idolo di un Gesù ( tipo quello di Zeffirelli ) è solo uno stereotipo.
Vedere Baba masticare foglie di Betel, con la bocca e la lingua rosso sangue,
e sputare saliva arrossata dal Betel per terra ( prontamente rimossa dai Seva con
una meticolosità estrema e puntuale ) mi stravolge non poco.
Ma è solo la prima volta, come tutte le “prime volte” di ogni nuova esperienza
che ti permea e ti coinvolge, e occorre del tempo per elaborare ed integrare il
vissuto.
La seconda volta, appena arrivati, con le valige all’accoglienza, siamo davanti al
Mandir ma le file di attesa sono già al completo e sono tutti già all’interno.
Ma un Seva viene dritto da noi, io e il mio amico Rino, e ci fa entrare,
posizionandoci in una zona “franca”, a ridosso delle saracinesche dei “garage”.
Altro passaggio di Baba:
mi si avvicina, stesso gesto con la mano destra, per poi allontanarsi .
Continuo a non capirne il significato !!!
Giorni dopo vengo contattato telepaticamente da Baba che chiede:
“Mi presti il tuo corpo per farmi vedere l’Ashram con i tuoi occhi da “umano” ?”
( non è la prima volta che eseguo prestazioni come questa, a richiesta di Entità
varie).
Eseguo volentieri: visito i vari ambienti e guardo il più possibile per consentire alla
mia Guida di “Vedere” quello che vuole. Finito il giro dell’Ashram mi chiede di
ritornare in un capannone e poi allo spaccio per dare un’altra occhiata e mi porta
davanti ad un incaricato alla cassa, che trasalisce vedendomi ( o vedendo … non
so cosa ) e si prostra ai miei piedi, con grande imbarazzo da parte mia.
La vicenda di quel “cassiere” l’ho anche letta, dopo, fra i vari racconti delle
esperienze dei fedeli.
La terza volta è senz’altro la più impegnativa. Prima una infezione intestinale che
colpisce abbondantemente tutto l’Ashram, poi 3-4 giorni di febbre altissima ( 40-
42) con convulsioni che pervadono incessantemente il mio corpo ( ma sono ben
poca cosa al confronto con le temperature febbrili di Padre Pio ( 45-48 gradi
centigradi !!). L’unico rimedio e sollievo è il metodo dell’alchimista ( in erba )
Ferraresi: avvolgere solo le dita dei piedi con garze di cotone imbevute di ACETO
–metodo sempre valido per tutti, senza medicine, sopratutto per bambini- .
Le motivazioni di questi eventi catartici e molto pregnanti sono ben note anche
ai devoti: servono per “bruciare” ed estinguere grandi quantità di “Karma” delle
vite precedenti .
Il pomeriggio della partenza stiamo caricando le valige sul taxi appena fuori
dall’Ashram, ed ecco che passa l’auto con Baba. L’auto rallenta, si abbassa il
vetro, ma questa volta non è il solito gesto che fa indirizzato a me, è un vero
saluto di commiato a mano aperta.
Non so se di arrivederci o addio. Non lo avrei rivisto più per quasi quindici anni !
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Alcune riflessioni.
Appena visto per la prima volta Baba sono rimasto un po’ sorpreso dal constatare
la assoluta mancanza della Sua “aura” ( quella parte energetica che contiene e
avvolge il corpo di qualsiasi Essere esistente - comprese le pietre- ! ).
Una prima considerazione di allora è stata: o è un automa o … un essere di
un’altra dimensione … o... o … o …( nel ‘79 non realizzo ancora il
“Settemplice pensiero” :
http://www.lo-spirito.com/1/il_settemplice_pensiero_7008216.html
Ma la lettura dei saggi e veggenti indigeni che allora mi hanno incontrato è
diversa: sostengono che la Sua “aura” è talmente estesa, che non risulta visibile.
L’essere “ricevuti” o l’ “interview”: molti addetti ai lavori sostengono che “riceve”
principalmente i più bisognosi ( dal punto di vista Spirituale ).
I “Lyla”,
I Suoi giochi sottili e lapalissiani, attraverso i quali attira prima la nostra
attenzione, per poi sottoporci ad una profonda e radicale “revisione” del nostro
modo di intendere e vedere le questioni che riguardano il nostro più profondo SE’,
o meglio l’Athma , il Ruhac , il Sahu, lo Spirito.
Con questi Suoi giochi, con dolcetti e blandizie, ci porta ad affrontare il vero
nocciolo della nostra esistenza: cercare, perseguire, e …
REALIZZARE la Liberazione !
( Corano-VII,32 )
Il cavaliere autentico ( fatâ ) segue dunque una Via che è contraddistinta dall’abbandono, o superamento della propria “nafs” sotto il suo aspetto di libero arbitrio,( il libero arbitrio è l’illusoria pretesa di potenza da parte dell’ego dell’uomo, con il connesso attaccamento per questo mondo e i suoi beni ), e
l’abbandono fiducioso in Dio (tawakkul).
vedi: http://www.lo-spirito.com/1/anima_anima_e_spirito_7027739.html e: http://www.lo-spirito.com/1/la_spiritualita_e_il_fondamentalismo_7019804.html
La “nafs” dell’Islam e dei “Sufi” corrisponde all’Anima.
Ecco ciò che dice “Symbole” :
“… Se gli uomini sapessero che la loro Anima è soltanto uno strumento della vita materiale, cercherebbero di essere più acuti e sensibili per capire quale sia il vero scopo di questa vita sulla Terra.
Se gli uomini sapessero che la loro Anima non vale quanto l’embrione Divino che è in essi, farebbero molto di più per raggiungere la condizione dell’immortalità, coltivando la formidabile spinta di questo granello di Divinità che è nascosto da sempre nel profondo del loro Essere …” “ … in sostanza Symbole afferma che lo Spirito esiste in ogni essere umano, in atto o, potenzialmente, come "granello di Divinità". Tale potenzialità, esistente in molti uomini ancora non veramente tali, può diventare Presenza reale e compiuta attraverso un continuo lavoro di volontà e d'amore. Soltanto così questo particolare "tipo" di umanità - tra le tante possibili - può conquistare la propria, individuale immortalità, nella continuità di un'evoluzione senza fine …” ( fino alla fine del tempo ordinario )
Bruno Lava e le sue guide, come Mare o Verdi negli anni 70-80, sostiene che non
tutti gli uomini hanno l’Anima, e che, di quelli che hanno un’Anima, solo pochi
riescono ad accettare il fatto che, con atto volitivo, possono “costruire” con il
retto agire il loro Spirito.
Ed ecco cosa dice, a tal proposito, Baba nelle Satyōpanisad :
Le quattro mete della vita e La fine del gioco ( Lyla)
Infine ecco la quarta “F”: “Finite il gioco”.Che cosa è il gioco ? E’ il gioco della vita. ...Quando finisce il gioco della vita ? Finisce con il conseguimento di moksha ,la Liberazione. Quindi moksha è la meta finale delle quattro mete della vita .
E ancora : “Potete avere il nome che volete, appartenere a qualunque paese, avere qualunque età o professione, ma rimane un dato di fatto: voi siete l’Eterno Athma , e soltanto ciò. Questa è la risposta corretta che avrete sul cammino dell’auto-analisi.
Questa è la vera Spiritualità . La vera Spiritualità è soltanto auto-analisi”.
Infine … : Adorazione, penitenza, meditazione, bhajan, ecc. sono attività sacrosante che rendono la vita degna di essere vissuta, utile e con uno scopo. Però non potete etichettare queste attività come Spirituali. Sono tutte azioni buone che vi aiutano ad impiegare il tempo in modo Sacro. Qualsiasi cosa facciate con la vostra mente (ego, senso dell'io) non può essere Spirituale.
Il vero cammino Spirituale è ātmavicarā, l'analisi di sé …
Ossia la Ricerca Interiore porta alla Liberazione !!!
Non prendo per buono quello che è scritto in un libro, ma ritengo attendibile e
degno di attenzione e riflessione quello che sento pronunciare direttamente dalla
bocca di Baba.
La quarta volta … alla fine del 2010, in cui mi preannuncia l’abbandono
dell’attuale involucro corporeo di lì a poco, e la quinta volta, agli inizi del 2011
è venuto Lui,
Baba, a trovare Massimo nella sua Casa .
Di questi ultimi due incontri, in cui sono state dette anche cose strettamente
personali, preferisco non scendere nei dettagli, ma finalmente …
ho capito il significato di quel ripetuto … gesto !!!
Calma, abbi pazienza,viene il tempo “Kairós”, ogni cosa a tempo debito,
questo è il significato del gesto di Baba
( mi ci son voluti più di trent’anni per capire ) !
Vi basti sapere che il tema dipanato e chiarito è non solo la mia di Liberazione,
ma
La Liberazione di ogni singolo Essere Umano ( - “di buona volontà” - ).
Mi ha invitato, esortato … quasi intimato a rendere di dominio pubblico la mia
esperienza di Ricerca Interiore portata a compimento ( che è un nuovo inizio ),
rendendomi disponibile a supportare chiunque stia perseguendo e realizzando
questo Scopo nella sua vita.
Ho imparato molto da tutte le lezioni di Baba, rivolte a fare concretizzare,
non solo a me,
La Liberazione
dalla necessità o dall’incombenza o dalla libera scelta ( in realtà è una forma di
egoità fantasiosa) delle reincarnazioni, soccorso anche dalle successive
esperienze avute in diversi campi, in diversi contesti e sostenuto e spronato
anche da altre Entità
( vedi Mare, Padre Pio, Symbole,Victor Hugo il brasiliano, Antonio il portoghese,
ed infine Giuseppe Moscati).