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Omeopatia: Medicina Quantistica ?

Omeopatia:  Medicina Quantistica ? - Lo Spirito

 Come e perché funziona…

(liberamente tratto da una intervista in parte pubblicata su una rivista specializzata )

Le basi scientifiche dell'Omeopatia in questi ultimi tempi vanno rafforzandosi sempre di più, in quanto sta emergendo un nuovo paradigma all'interno del quale l'Omeopatia trova la sua ragione di essere. Le basi scientifiche dell'Omeopatia vanno ricercate nell'acqua. Tutti sappiamo che l'uomo è formato per il 75-80% di acqua e mentre la medicina tradizionale si occupa del restante 20%, non possiamo fare a meno di chiederci e di indagare quale funzione deve avere l'acqua all'interno del nostro corpo - se è così abbondante qualche funzione importante deve pure averla! Studiando l'acqua e perfezionandosi lo studio della coerenza elettrodinamica quantistica - che è una branca della fisica quantistica - abbiamo cominciato a intravedere la possibile spiegazione dei meccanismi di funzionamento del rimedio Omeopatico. Si è visto che l'acqua è in grado di codificare informazioni, in quanto essa può strutturarsi secondo “domini di coerenza” ovvero un insieme di molecole che si uniscono e, “risuonando”, vibrando,  allo stesso ritmo, ruotano e pulsano all'interno di un campo magnetico ed energetico. La caratteristica del “dominio di coerenza” è quella di resistere anche a situazioni molto forti e di impedire alle molecole di uscire fuori dalla coerenza per effetto di altre molecole che circolano nel liquido. Il “dominio di coerenza” oscilla e l'oscillazione superiore è molto vicina alla soglia di libertà di un elettrone: siccome ci troviamo in uno stato di coerenza di fase, l'elettrone quando "salta" su una molecola vicina si trascina dietro tutti gli altri elettroni per cui il “dominio di coerenza” comincia a ruotare. Ma noi sappiamo che una carica elettrica che si muove in un campo genera un campo magnetico ortogonale che può interagire con altri campi veicolati dalla sostanza.

Noi abbiamo iniziato la nostra collaborazione quarant’anni fa, quando Emilio Del Giudice tornò dagli Stati Uniti dove era stato per due anni e mezzo. Stiamo parlando del 1970-71. In quegli anni stavamo patendo una forte delusione data dal fallimento del Sessantotto, io lavorano all'interno dell'Università, ma non potendo portare avanti all'interno di essa dei progetti innovativi fui costretto ad abbandonarla e dovetti aprire un mio studio. Qui ci riunivamo in una decida di studiosi tutti interessati a capire il funzionamento dell'omeopatia - che a quel tempo era ritornata in auge - e conseguentemente dell'acqua. Cominciammo a chiederci che cosa ci potesse essere nell'acqua che era in grado di curare. Ci accorgemmo ben presto che l'acqua può memorizzare informazioni. La porta si era aperta e con questa porta si erano aperte varie possibilità di studio, tra cui quelle più specifiche per il campo di lavoro di mio fratello, ovvero la Fisica Quantistica. Poi c'è stato il bell'incontro tra mio fratello e Preparata e si è costituito un piccolo gruppo di ricerca che negli anni, negli spazi liberi dal lavoro, è andato avanti nella ricerca.

Nella fisica classica non esiste l'automovimento: un oggetto si sposta quando c'è una forza che lo spinge e la direzione è data dalla forza che lo spinge, non dalle caratteristiche dell'oggetto in sé. La fisica classica però non riesce a dare conto di alcuni fenomeni che occorrono nei corpi viventi, ad esempio come si incontrano le molecole e qual è la via di comunicazione tra mente e corpo, in che maniera la mente parla al corpo e così via. Questi quesiti hanno cominciato a trovare delle risposte nella fisica quantistica e il rimedio omeopatico si può studiare solo nell'ottica della fisica quantistica. La fisica quantistica ci ha aperto una porta importante: come diceva Hahnemann:

«Io ho dato uno spunto e ho aperto una porta, voi continuate»... e noi abbiamo obbedito.

Ma l’ Omeopatia può curare anche malattie gravi o va bene solo per disturbi passeggeri come influenza e/o tosse?

Assolutamente si, anzi l'Omeopatia è nata proprio come cura per le malattie croniche, in quanto Hahnemann fece un trattato proprio su questo tema. Quando la medicina omeopatica lavora sul sintomo acuto si tratta di una adattamento dell'Omeopatia, in quanto essa nasce e viene definita come medicina costituzionale: essa cura l'individuo nella sua globalità, in quelli che sono nel complesso tutti i suoi aspetti e le sue patologie croniche, se al momento sono manifeste. Ma la cosa secondo me più interessante che fa della medicina omeopatica una vera e propria forma di medicina preventiva è che una volta fatta l'analisi costituzionale della persona, ecco che l'omeopatia ci indica anche le potenzialità patologiche della persona, ovvero le malattie di cui può ammalarsi nel futuro. Quindi se c'è una patologia cronica aiuta nel miglioramento della persona e quindi nella guarigione della persona dalla malattia, nello stesso tempo se ci sono delle basi che indicano che c'è una possibilità patogena di ammalarsi di una determinata malattia, correggendo il terreno si riesce anche a evitare che delle patologie croniche insorgano.

Con l'Omeopatia, nell'acuto si hanno i migliori risultati nei tempi più brevi: se poi andiamo a considerare i bambini li abbiamo in tempi ancora più rapidi, anche rispetto a un antibiotico. Se noi consideriamo che gli antibiotici vanno somministrati mediamente per una settimana, con il rimedio omeopatico spesso basta una terapia di soli tre giorni per il ritorno della salute. Quello che bisogna ben tenere presente è che l'Omeopatia lavora sulla cura del malato ( della malattia ) e non sulla sparizione del sintomo, che viene visto sempre come l'espressione della nostra difesa dalla malattia. Se noi abbiamo la febbre e vogliamo che la febbre scompaia nell'arco di tre ore prendiamo in antipiretico e il gioco è fatto, ma in questo modo noi abbiamo fatto scomparire il sintomo mentre la malattia rimane latente. Bisognerebbe far passare nuovamente certi concetti che una volta erano veicolati dai pediatri e dai medici di famiglia, come ad esempio il fatto che un'influenza ha una sua durata fisiologica di 4/5 giorni e che se ci imbottiamo di farmaci facciamo sì durare meno i sintomi, ma la malattia rimane. L'Omeopatia usata in acuto - non essendo un "anti", ovvero un antibiotico, antipiretico ecc. - dà la possibilità all'organismo di creare le proprie difese e di conseguenza le ricadute successive sono molto più rare. Spesso tante persone dicono di aver preso l'influenza cinque volte in un inverno: come mai accade questo? Perché sopprimendo con i farmaci allopatici i sintomi e non rispettando i fisiologici tempi di ripresa dell'organismo non si ha mai una guarigione totale e completa. Noi dobbiamo anche pensare che è indispensabile dare ai bambini e ai ragazzi la possibilità di rinforzare il sistema immunitario tramite l'incontro con la malattia e l'esplicazione di quelle che sono le naturali forme di difesa che l'organismo mette in campo: in questo senso una febbre non va vista in senso negativo e immediatamente repressa, anche quando sfiora appena i 38°C. Quello che io vedo, nella mia pratica quotidiana di medico, è che abbiamo ragazzi di 30 anni che manifestano patologie che una volta avevano i sessantenni, ossia il sistema immunitario dei giovani adulti, e non oso immaginare cosa accadrà ai bambini di oggi, praticamente è non funzionante. Noi abbiamo la più potente arma di difesa che ci ha permesso di sopravvivere a mutamenti di ogni tipo senza medicine e non la facciamo funzionare. Considerare una febbre alta più grave di una febbre bassa è sbagliato, semmai è vero il contrario: attraverso la febbre il sistema immunitario si attiva potentemente per contrastare l'attacco virale o batterico in atto. La settimana scorsa un pediatra di lungo corso mi ha riferito che oggi in pediatria si tende sempre più spesso a prescrivere per la febbre non l'antipiretico più conosciuto, ma farmaci a base di cortisone che sopprimono fortemente la risposta immunitaria. Di fronte a questo scenario non possiamo stupirci di fronte al dilagare di patologie autoimmuni già in età pediatrica. Una volta, ad esempio, vedevamo le tiroiditi rarissima-mente, oggi sono sempre più frequenti, soprattutto nei ragazzini.

L'Omeopatia ricompone l'uomo nella sua integrità di Corpo, Mente e Spirito: il primo passo da compiere, in questo cammino verso l'unità, è quello di capire che la malattia porta sempre con sé un messaggio e di quale messaggio si tratta. Il problema di fondo è, inoltre, che noi oggi diamo tanta importanza alla malattia perché abbiamo "spento" qualunque significato, nel senso che oggi si vive semplicemente per esistere, non per compiere un destino.

Cosa sta accadendo e cosa può accadere a queste due “vie”, due diversi modi di vedere il “soggetto” sensibile al suo equilibrio precario ( malattia )… Sta accadendo che mentre prima c'era un ostracismo marcato, ovvero chi faceva omeopatia non poteva toccare i farmaci allopatici e viceversa, oggi siamo di fronte a una apertura. Quello che io mi auguro è che allopatia e omeopatia possano essere utilizzate in futuro insieme, in maniera integrata, guidate dalla medesima visione dell'uomo, considerato nella sua unità e complessità. Per cui auspico un ritorno a quella che era la vecchia medicina in cui i farmaci si prescrivevano quando vi era reale necessità e quando l'organismo non sapeva più reagire: in questa visione l'omeopatia e l'allopatia sono complementari. Ci sono casi e momenti in cui l'Omeopatia non può funzionare: si tratta di una medicina come tutte le altre che ha i suoi limiti e i suoi prediletti campi di applicazione. In questi casi è giusto integrare con un rimedio allopatico tradizionale. Bisognerebbe utilizzare le due strategie terapeutiche sapendo che posso contestualmente utilizzare una o l'altra, sapendo che ho più strade e possibilità a disposizione. Aver cura del malato significa dare una possibilità terapeutica in più, saper utilizzare la miglior medicina a seconda dei casi e delle patologie. Bisogna tornare a una medicina che sia realmente curativa, non a una medicina che agisce in base all'ansia, alla paura delle malattie.

Che relazione c’è fra i vaccini e l’omeopatia ? Il principio di funzionamento di un vaccino non è lo stesso del rimedio omeopatico. Il tema delle vaccinazioni è molto complesso e suscita diversi interrogativi. Oggi un numero sempre crescente di genitori si informa su questo tema, inizia a porsi delle domande e a cercare delle risposte. Noi come medici possiamo chiederci perché l'età della prima vaccinazione, nel corso degli anni, è andata abbassandosi passando dai 6 mesi ai 2 mesi. Ora, a 6 mesi il sistema immunitario inizia a strutturarsi, mentre a 2 mesi è ancora in una fase assolutamente molto embrionale, per cui da un punto di vista fisiopatologico con la vaccinazione a 2 mesi vado a stimolare qualcosa che ancora non c'è, un sistema immunitario che il neonato ancora non ha: a questa età il bambino è protetto grazie agli anticorpi che la mamma gli passa attraverso il latte. Il vaccino fatto con il virus o il batterio attenuato non ha nulla a che vedere con il principio omeopatico che il simile si cura con il simile.

La medicina "classica" afferma che ogni accadimento biologico sia esclusivamente la conseguenza di reazioni chimiche tra le molecole, che dovrebbero incontrarsi e interagire secondo il modello "chiaveserratura". L'omeopatia mostra l'inadeguatezza di tale spiegazione puramente molecolare di un essere vivente.

 Chi governa il traffico delle molecole?

Come si mantiene l'ordine preciso in un organismo vivente?

Qual è il ruolo dell'acqua in un organismo vivente?

Come comunicano le molecole tra di loro?

In che modo mente e corpo interagiscono tra di loro?

Come va interpretata l'unità psico-fisico-emozionale?

“Omeopatia. L'acqua che cura”, libro scritto da Nicola e Marta Del Giudice, entrambi medici omeopati, rispettivamente fratello e nipote di Emilio Del Giudice, il grande fisico scomparso solo un anno fa. Il libro spiega in maniera accessibile e chiara, ma sempre precisa e dettagliata, sia le basi scientifiche della medicina Omeopatica, sia il contributo che la visione dell'uomo sottesa all'omeopatia può dare anche per un rinnovamento della medicina allopatica.

“La pratica dell'Omeopatia corrisponde a un intervento compiuto sul livello elettromagnetico-energetico della materia vivente, il cui possibile malfunzionamento è alla base delle anomalie chimico-fisiche riscontrate dall'approccio medico ufficiale”.

In Omeopatia vengono applicati due e/o più principi della Fisica :

1) La dinamizzazione omeopatica ( la diluizione dei principi “attivi” ) ;

2) la “succussione

  (succussio -onis, der. di succussus, «scuotere, agitare», comp. di sub- e quatÄ•re ,scuotere ) : l’’idea è che questo processo di succussione permetta alle molecole d’acqua di venire “potenziate”, mantenendo una “memoria” del principio attivo. Questa forma di “lavoro” esercitato sul preparato lo “energizza” in maniera “simile” al “lavoro” svolto dall’ “alchimia”…”solve et coagula”. Il preparato, cioè, sottoposto a questa forma di lavorio e/o logoramento accumula e/o libera delle cariche energetiche come similmente un atomo in uno stato “eccitato”, che tende a riassumere il suo stato naturale.  L’alta diluizione e i numerosi colpi di succussione che caratterizzano le potenze 50.000 hanno come risultato dei rimedi che agiscono più velocemente ma in modo dolce. La somministrazione orale sotto forma di soluzione permette di raggiungere molte terminazioni nervose e di ottenere un’azione ottimale del rimedio.

Naturalmente quando parliamo di preparati “Omeopatici” facciamo riferimento a quei preparati studiati e realizzati appositamente per il singolo “soggetto”, certamente non ai prodotti di banco, spesso forniti senza nessun esame preliminare del “soggetto” e del suo “terreno”.

3) la valutazione e l’indagine sul “terreno”: ossia il “Corpo” del “soggetto” con tutte le sue qualità e prerogative. Sinteticamente, mentre l’ allopatia guarda il sintomo e l’ “agente” ( di volta in volta o il batterio o il virus che coesistono in un ambiente-“terreno” normalmente non alterato ), l’Omeopatia viceversa si sofferma a valutare e l’ ambiente ( in senso lato ed esteso ) ed il “terreno”. “…in un “terreno” sano ed equilibrato difficilmente forme di vita, o normalmente coesistenti, funghi batteri e/o virus, o trasmesse con ogni forma di interazione…possono alterarne l’ equilibrio…”.

 

Le nuove idee che emergono nella scienza e nuovi studi forniscono le prime risposte a tali interrogativi e la base concettuale per comprendere l'omeopatia, che dietro il velo dell'irrazionale nasconde una verità profonda. In tal senso, l'omeopatia può essere la chiave per una biologia e una medicina in grado di spiegare la capacità di autoorganizzazione della materia vivente e la sua unità “Fisico-Spirituale”.

 

 

 

 

 

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