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Ipnosi Regressione e Reincarnazione

Ipnosi Regressione e Reincarnazione - Lo Spirito

“In analisi è l’inconscio, se lo si lascia fare, a interpretare. Analizzare il sogno, come lo intendo io, significa analogamente lasciare ogni presa soggettiva sul sogno, ogni sapere del sogno. Significa togliere la testa che pure vorrebbe interpretare, per lasciare che il senso fluisca. L’analisi tutto sommato contiene in sé, a partire dalla propria stessa nominazione, le ragioni seminali del fluire, dello sciogliersi. Quello che i filosofi stoici dicevano del facile fluire della vita illustra meglio di altro il punto. Se il sogno incontra non un soggetto senza testa (l’analista), ma due soggetti senza testa (analista e analizzante), allora proprio non si dà alcuna Widerstand, non s’offre e non soffre alcuna resistenza, al suo fluire. Perché fluisca, in altri termini, l’analisi (e qui voglio trattarla come Omero trattava il sogno), deve incontrare spazi vuoti, gli stessi offerti da analista e analizzante in posizione di oggetti”. ( tratto da “duelli onirici” di Giorgio Antonelli )

“In Ipnosi e suggestione, pubblicato da Léon Chertok nel 1989, lo scritto di Ferenczi e Rank sulle prospettive della psicoanalisi viene inteso, secondo una tesi più volte ribadita dall'autore, come un tentativo di riportare l'ipnosi nell'alveo della psicoanalisi. Tale tentativo costituisce una violazione del divieto cui tutti gli altri psicoanalisti si atterranno per molti anni e, al tempo stesso, una correzione della tendenza eccessivamente intellettualizzante (privilegiante cioè l'interpretazione) in voga presso gli psicoanalisti dell'epoca. Tesi, questa, sostenuta, tra gli altri, anche da Karen Horney. «Ferenczi» afferma Chertok «è stato il primo a mettere in guardia contro i pericoli di una intellettualizzazione eccessiva della psicoanalisi, a far risaltare che l'interpretazione fornita al paziente, e da questi accettata, non bastava a produrre il cambiamento.» La pregiudiziale psicoanalitica nei confronti dell'ipnosi è a tal punto forte che anche quegli autori che hanno rimesso in discussione i principi freudiani (Chertok fa i nomi di Balint, Bowlby, Kohut, Searles, Spitz, Winnicott), introducendo l'affetto nella cura, non menzionano, a differenza di Ferenczi, la parola «ipnosi». E, anzi, non menzionano, tranne che in pochissimi casi, neanche Ferenczi. Sappiamo della possibilità, come aveva ben compreso Ferenczi, che i pazienti accedano da sé allo stato di trance. Chertok ritiene «augurabile» che lo psicoanalista prenda tale situazione per quello che è, ovvero «uno stato ipnotico», e «sia in grado di sfruttarlo per ottenere dal suo paziente un materiale ricco di insegnamenti».

In uno scritto pubblicato nel 1965 Chertok fa riferimento a due lettere inviate a Paul Federn nelle quali Freud consiglia il ricorso all'ipnosi. Inoltre, a fronte delle motivazioni da Freud addotte per giustificare l'abbandono dell'ipnosi, Chertok richiama l'intervento al Congresso di Budapest del 1918 nel corso del quale Freud aveva preso in considerazione la possibilità di una utilizzazione futura dell'ipnosi nella psicoanalisi. Si tratta di un momento importante nella storia della psicoanalisi. In effetti la tesi avanzata da Chertok è che anche le affermazioni di Ferenczi sull'ipnosi erano ancorate a possibilità future e dipendevano essenzialmente da una delucidazione teorica di essa. «Ferenczi» scrive Chertok «aveva voluto, in realtà, rivedere il processo dell'ipnosi, rimettere in discussione la scissione epistemologica esistente fra l'ipnosi stessa e la psicanalisi, realizzare la prospettiva tracciata da Freud nel 1918, a proposito di una loro possibile alleanza nella terapia a venire».                                                                                                                           Anche un'altra tesi di Chertok mi sembra interessante: l'ostracizzazione di Ferenczi ad opera del movimento psicoanalitico viene motivata in base al recupero ferencziano delle ragioni dell'ipnosi: «Il fatto è che Ferenczi è stato considerato da molti una vera polveriera, per il suo tentativo di riabilitare l'ipnosi»”. (tratto da:Giorgio Antonelli, Il mare di Ferenczi)

“ Ferenczi… Entre 1897 y 1899, asistió a una sesión espiritista en la ciudad de Buda. El Doctor Istvan Varró, un viejo amigo, reveló un episodio que sorprendió bastante al joven Ferenczi. Invitado a preguntar al espíritu quien se estaba comunicando a través de un médium, Ferenczi trató de verificar de manera rigurosa y le preguntó, escribiendo en una hoja, lo que la persona en la que estaba pensando estaba haciendo justo en ese momento. La respuesta, sorprendentemente, era que esa persona estaba sentada en la cama pidiendo un vaso de agua. En ese momento, el espíritu continuó diciendo que esa persona caia hacia atrás y moría. Ferenczi, que había pensado en un paciente, volvio al hospital y ahí se enteró que esa persona había muerto como la medium lo había anticipado (Fodor, 1961, pp. 50-51; Mészáros, 1992, p. XV).”

“Ferenczi estaba interesado en el éxito de los experimentos de telepatía entre Sigmund Freud y su hija Ana…”

Carl Gustav Jung refiere (en carta a Virginia Payne, del 23 de Julio de 1949) que durante la visita de Freud y Ferenczi, en 1909, a los Estados Unidos, donde Freud había dado cinco conferencias sobre psicoanálisis en la Universidad Clark, en Worcester, Massachusetts, tuvo la ocasión, en la última cena en la casa de Stanley Hall, de actualizarse acerca de las habilidades extrasensoriales de la famosa medium la Sra. Eveline Leonora Piper (Jung, 1982, p. 90).”

La función del estímulo estudiado por Ferenczi en relación a los fenómenos telepáticos que se manifiestan durante el análisis debe ser considerado de relevancia primaria, y otro gran pionero en este importante campo de la parapsicología, como Emilio Servadio, ha compartido las conclusiones de Hollós, que demuestran cómo el contenido de la comunicación telepática está relacionado con elementos sujetos a la represión en la mente del analista, así como el papel que desempeña la relación "transferencia y contratransferencia" -que implica componentes emocionales- en el contexto analítico, y esto constituye una precondición indispensable causal para las manifestaciones de ciertos fenómenos paranormales, tanto para el analista como para el paciente (Servadio, 1935; Caratelli y Felici, 2008, p. 51).

 

Il mio "punto di osservazione" è un po' convergo-divergente. La questione è annosa e ne discutiamo da tempo anche con Leonardo Manuini sulle sue esperienze di “regressione ipnotica”.

 

In Sintesi: " Esiste una grande differenza fra "trance" ipnotica e "trance" medianica. Mentre nella "trance" medianica il "soggetto" NON è necessariamente vincolato ai presenti, in quella ipnotica esiste un rapporto molto particolare nel quale l'ipnotizzato è legato a doppia "mandata" all'analista con un vincolo di transfert e contro-transfert nel quale rapporto si instaura una "dipendenza" nei confronti dell'analista. L'analizzato tenta, e ci riesce, in tutti i modi di "accontentare, esaudire, realizzare le aspettative dell'analista. Breve conclusione : “L'identificarsi con qualcuno e/o con un suo presunto o verosimile o veritiero ...vissuto... NON equivale ad Essere o essere stato il "costui" di turno. In effetti siamo realmente in grado di "sintonizzarci" con tutti e con tutto, sia l'esistente, che con l'inconsistenza del mondo dei sogni e delle proiezioni Ψchiche”.

Non bisogna identificare il presunto “ricordo” o “memoria”, anche “topica”, anche di “permanenza” o di “pregnanza”,  condivisa dal soggetto con chicchessia …morto o trapassato o vivente ( vedi transfert e contro-transfert nei confronti di chiunque o di qualsiasi figura genitoriale o altro o sostitutiva ) con il proprio Essere personificato ed individuato…

 

Lo Spirito non necessita di questi “abiti” dismessi che sono le Sue esperienze evolutive vissute in periodi storici passati o futuri, spoglio come E’ perfino del “pontifex” ( l’Anima che è transeunte ), né tantomeno esercitare qualche tipo di “attaccamento” sensoriale, emotivo, affettivo o sentimentale nei confronti di questo Corpo che sta con-vivendo e con-dividendo attualmente , né tanto meno di Corpi “altri” o altrui…

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