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Chartres e luoghi Sacri

Chartres e luoghi Sacri - Lo Spirito

Nel corso di tre secoli, dal 1050 al 1350, in Francia furono edificate 80 cattedrali, circa 500 chiese

 

grandi e qualche migliaio di chiese parrocchiali, utilizzando milioni di tonnellate di pietre. I francesi a

 

quel tem­po trasportarono una quantità di massi su­periore a quella impiegata nell'antico Egit­to,

 

sebbene la sola grande piramide di Cheope sia costituita da un volume di 2.500.000 m3

 

di materiale.

 

Le fondazioni delle grandi cattedrali hanno una profondità media di 10 metri e quindi ii loro volume nel

 

sottosuolo, in cer­ti casi, è pari a quello esterno visibile, segno evidente che i papi e i re che

 

governavano all'epoca investirono notevoli capitali per la costruzione di edifici, che mediante la

 

ritua­lità avrebbero reso possibile l'acquisizione del potere politico-religioso e socio-economico

 

sul territorio.

 

Quindi i loro simboli grandiosi ed evidenti, come si può ancora osservare in questi tempi

 

moderni. Infatti quando visitiamo una cattedrale, quale ad esempio quella di Chartres,

 

rimaniamo meravigliati per l'altezza delle sue navate e delle sue torri, oltre che per la bellezza

 

armonica dell'edificio. È chiaro che il pote­re non ha lasciato tracce, se non visive, delle

 

opere dei maestri co­struttori, non essendo re­peribili í rilievi rabdo­mandici e geomantici dei siti

scelti per la costruzione. Non si è inoltre a conoscen­za degli studi relativi agli orientamenti rispetto

al nord magnetico della Ter­ra, né di quelli riguardanti la costruzione in funzione al numero aureo,

né tanto meno dei vari riti di consa­crazione. Sta di fatto co­munque che questo perio­do ci ha lasciato

in eredità capolavori di ingegneria e di arte che sono un dono a tutta l'umanità per la loro

forza possente di comunicare i riti alle più alte sfere dell'universo e per la loro archi­tettura stupenda.

 

    I luoghi alti di energia

 

Gli antichi sacerdoti, mediante sensa­zioni, intuizioni, osservazioni ed anche grazie alle conoscenze

 

approfondite delle relazioni Terra-Cosmo, supportate dalle scienze geomantiche e da tecniche che

 

og­gi chiamiamo radioestesiche, sapevano scoprire e definire dei punti privilegiati di energia sotto ai

 

quali scorrevano e si incro­ciavano delle vene acquifere, ed indivi­duare reti telluriche

 

(oggi denominate reti-coli di Hartmann e Curry), o linee sincro­niche, in corrispondenza alle

 

linee energe­tiche in cui la crosta terrestre era dotata di forza e potenza. È proprio su questi punti

 

che sono stati piantati anticamente i primi menhir e dolmen per poi conformare degli Henges e al

 

loro interno inserire questi stru­menti megalitici come nel caso di Stonhen­ge e Avebury, in cui la ricerca

 

del luogo era solo ed è sempre stata eseguita in punti di alta energia che potevano trovarsi per caso

 

anche in territori sperduti  e per quei tempi molto scomodi da raggiungere. D'altra parte i faraoni e

 

i loro sacerdoti egizi, già 4000 anni fa, progettavano ed edificavano luoghi di culto canalizzando

 

manualmente i corsi d'acqua nel sottosuolo e costruendo in punti. predeterminati dove era

 

più conveniente per lo sviluppo della Ioro civiltà, o per l'e­sercizio del pote­re. Ne sono un esempio

 

le piramidi di Giza in Egitto, dove rilevando  ra­diostesica­mente quelle di Cheope, Chefren

 

e Micerino ho scoperto che, prima della lo­ro edificazio­ne, furono sca­vati dei canali alla profondità

 

di circa 55 metri, orientati nord-sud ed est-ovest rispetto al nord magnetico della Terra, e

 

della lunghezza di circa 15 metri. Sopra ai relativi incroci, con gli orientamenti prestabiliti, furono

 

co­struite quelle immense piramidi di ritua­lità che ancora oggi possiamo ammirare.

 

Una tecnica simile fu applicata per la costruzione dell'antichissima chiesa, at­tualmente

 

capto-cattolica, dedicata a S. Giorgio, sotto la quale è stata canalizzata l'acqua del Nilo.

 

Questa metodica, già uti­lizzata dai faraoni d'Egitto, si è poi svilup­pata in quei territori ed è poi stata nei

 

millenni applicata da adepti di altre religioni. Non sappiamo con certez­za da chi furono importate

 

queste tecniche di costruzione in Euro­pa, probabilmente dai primi crociati, ma è certo che circa

 

1000-1200 anni fa in Fran­cia si iniziarono ad utilizzare questi sistemi idraulici per poten­ziare i luoghi

 

di culto. I maestri muratori e i monaci, pur sa-pendo come ricer­care i "luoghi alti di energia",

 

co­struirono la mag­gior parte delle chiese e delle cat­tedrali su punti in cui altri iniziati avevano

 

edificato luoghi di culto in epoche più antiche, di cui la cattedrale di Chartres ne è un mirabile esempio.

 

La cattedrale di Chartres

 

Ciò che si narra sulle ori­gini della cattedrale di Chartres si perde nella leg­genda e nella notte dei tempi,

 

ben prima della fondazione del cristianesimo. L’etimologia della parola deriva da "calcare" e dal

 

popolo che abitava in quel luogo. Giulio Cesare ci parla nel "De Bello Gallico" degli abitanti deno­minati

 

Carnuti e dei sacerdoti che compivano dei riti in questo sito di alta ener­gia. Il nome po­trebbe derivare da

 

"Carnut-is" da cui Chartres; "is" è il Iuogo sacro dei Car­nuti, cioè il po­polo delle pietre e quindi

 

"Carnut-is".Il punto dove è sorta la cattedrale ha una particolare conformazione geologica,

 

in quanto si tratta di un "poggio di granito" situato in una piana di pietra calcarea in grado di produrre le

 

stesse radiazioni e polarità "calcare‑granito" che si tro­vano, ad esempio; a Carnai o Stonehenge.

 

 

I druidi e i Celti avevano eretto i loro primi dolmen in tale località poiché esistevano acque profonde

 

e sorgen­ti in grado di provocare correnti tel­luriche particolari, in corrispondenza delle quali anticamente

 

venivano praticati riti e cerimonie.

 

La storia ci racconta di un primo dol­men edificato vicino ad un pozzo profon­do 37 metri che finisce

 

con una base qua­drata, denominato dei Forti, e che, dopo uri incursione romana durante la quale ­

 

furono gettati nel pozzo molti cristiani, prese la denominazione dei Santi Forti; è importante notare che

 

nella costruzione della cattedrale fu tenuto conto di questa misura di profondità del pozzo.

 

Infatti il valore di "37 metri" è anche quello relativo all'altez­za della navata e alla lunghezza del coro.

 

A Chartres, che fu inizialmente un luogo di culto pagano delle popolazioni celtiche, vennero poi nel

 

primo secolo i romani, che occuparono questa altura strategica e ne fecero il campidoglio della città

 

gallo-romana dei Carnuti, erigendo un tempio ad un dio latino. La prima basilica cri­stiana che sostituì

 

nel IV secolo questo tempio pa­gano venne costruita dopo che l'imperatore Teodosio aveva

 

pro­clamato e ufficializ­zato la religione cri­stiana nel suo impe­ro. In quei tempi si successero continue

 

guerre e tra esse una rimase famosa, quella del 743, in quanto il duca di Aquitania bru­ciò città e

 

chiesa. Essa fu poi ricostruita ma ben per tre volte bruciò ancora: nel 1020, nel 1030 e il 10 giugno

 

del 1194. Sta di fatto che in que­sto lungo periodo di lotte di potere vennero distrutte e ricostruite

 

quattro chiese, le cui macerie attualmente sono sottostanti a quella che possiamo ammirare.

 

Dell'ultima, di stile gotico, non esistono né progetti, né reso-conti sulla sua riedificazione; tutto è

 

avvol­to nel mistero, ma il risultato è comunque visibilmente eccezionale. Essa è considera­ta tra i

 

massimi capolavori architettonici del mondo.

 

 

Il Labirinto

 

Nel medioevo, all'interno delle catte­drali importanti, veniva costruito un labi­rinto; in quella di Chartres

 

ne fu ideato uno particolarmente imponente. Esso è compo­sto da una serie di cerchi concentrici,

 

interrotti in alcuni punti, in modo da formare al suo interno un tragitto originale e inestri­cabile.

 

L'aspetto importante, che solitamente sfugge al visitatore, è che tutto il suo itine­rario è un vero e proprio

circuito radionico e un tragitto iniziatico, che in continuazio­ne varia il suo livello di energia. Tale labi­rinto

è costituito da un mosaico di pietre bicolori (grigio chiaro e nero verdastro), di varie dimensioni,

incastonate nel pavi­mento. Al di sotto del labirinto scorrono delle vene acquifere, incanalate, che

for­mano tra esse un incrocio a 90°. Intorno al primo cerchio perimetrale il livello di energia è neutro,

cioè 6.500 U.B. (Unità Bovis), ma appena si appoggia il piede al suo interno si percepisce una

vibrazione riequilibrante di 8.000 U.B., con variazioni notevoli che oscillano ad ogni passo che

si avanza nel percorso.

Nella parte più interna dei suoi circoli concentrici si avverte un campo "magnetico-tellurico" di notevole

 intensità, pari a 13.500 U.B., che interessa la parte eterica del nostro corpo, mentre ad un passo dal

suo centro si ha un brusco calo del livello energetico (2.000 U.B.), che provoca una notevole caduta

biofisica di energia, per poi passare al centro "con un balzo nella gioia" alla sorprendentemente forza

di 18.000 U.B.

La costruzione di un labirinto come quello descritto non si improvvisa ma è frutto di un sapere

Spirituale e rituale legato alle leggi dell'universo e quindi mantenuto segreto La cattedrale di Chartres,

oltre al labirinto, ha altri particolari esoterici: all'interno di essa, nella navata laterale ovest del transetto

sud, c'è una pietra rettangolare di colore bianco incastonata di sbieco tra le altre piastrelle.

Ogni 21 giugno, quando il sole splende, un raggio di luce colpisce la suddetta pietra. In particolare un

fascio di luce penetra all'interno della cattedrale attraverso uno spazio nella vetrata, detta di Saint

Apollimaire, posta sulla parete ovest del transetto. E chiaro che durante la realizzazione della

cattedrale un iniziato astronomo aveva previsto un riferimento importante e cioè il momento dell'anno

i cui Intorno al primo cerchio perimetrale il livello di energia è neutro, cioè 6.500 U.B. (Unità Bovis),

ma appena si appoggia il piede al suo interno si percepisce una vibrazione riequilibrante di 8.000

U.B., con variazioni notevoli che oscillano ad ogni passo che si avanza nel percorso.

Nella parte più interna dei suoi circoli concentrici si avverte un campo "magnetico-tellurico" di

notevole intensità, pari a 13.500 U.B., che interessa la parte eterica del nostro corpo, mentre ad un

passo dal suo centro si ha un brusco calo del livello energetico (2.000 U.B.), che provoca una

notevole caduta biofisica di energia, per poi passare al centro "con un balzo nella gioia"

alla sorprendentemente forza di 18.000 U.B.

E chiaro che durante la realizzazione della cattedrale un iniziato astronomo aveva previsto un

riferimento importante e cioè il momento dell'anno i cui il sole raggiunge l'apice del suo movimento

verso nord, cioè il solstizio d'estate.

Infine risulta che come tutti i luoghi di culto importanti, anche Chartres è percorsa da due linee

sincroniche che si incrociano e che addirittura nel punto "D" esiste un circolo di evocazione a

32.000 U.B., un altro segno evidente della sua altissima capacità di trasmettere qualsiasi rito alle

più alte sfere del Cosmo.

* Il contenuto di quest' articolo proviene dal volume dell'autore "Architetture Antiche del Sacro",

Ed. Delfino, Milano, 2006.  Di Aristide Viero Radioestesista e geobiologo, Presidente dell’ Associazione Italiana

Di Radioestesia {A.I.R), Milano

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